La Casa
Lucio Dalla, artista geniale ed eclettico. Cantautore, musicista, ma anche attore e regista, appassionato ed esperto d’arte, innamorato del cinema e della fotografia e affascinato dalla poesia. Al centro della sua vita c’è stata sempre l’arte, di cui si è nutrito, che lo ha ispirato e che egli stesso ha alimentato con una produzione artistica acclamata a livello mondiale, eterogenea e ricchissima.La sua casa, che Lucio amava profondamente, rappresenta tutto questo e costituisce un percorso affascinante tra le sue innumerevoli passioni e i suoi interessi mossi da un’insaziabile curiosità che, negli anni, lo ha portato a riempire gli spazi mescolando stili, epoche, copie di opere e preziosi originali, oggetti di valore e cose di poco conto, ma in grado di suscitare in lui emozioni e ricordi e in noi stupore e meraviglia. Meraviglia per la bellezza della casa e della ricca collezione d’arte, dagli artisti del ‘500 ai contemporanei, e stupore per i “premi” come lui li definiva, collanine o confetti dorati, che l’ ”eterno bambino” adagiava su opere e oggetti per ripagare, a modo suo, l’emozione che gli suscitavano.
Visitare la casa di Lucio, attraversare le sue stanze, sentirne il profumo, osservarne gli oggetti, significa compiere un viaggio nella sua vita. La Fondazione dopo la sua scomparsa ha organizzato la visita intitolando ogni stanza prendendo spunto dalle storie che ciascuna ci racconta.
La casa di Lucio si trova al piano nobile di un pregevole Palazzo Bolognese originario del ‘400 che all’inizio del ‘500 divenne di proprietà della famiglia Fontana il cui blasone è dipinto negli affreschi della Bottega di Antonio Basoli e Felice Giani che decorano i saloni.
La “stanza Caruso”
Ancora oggi in questo salone ha la sede Pressing Line, etichetta discografica fondata e presieduta da Lucio Dalla che negli anni è stata artefice di alcuni tra i suoi album di maggior successo come Dallamericaruso, Dalla-Morandi, Cambio, Canzoni, solo per citarne alcuni. La casa discografica ha anche prodotto molti nuovi talenti del panorama musicale italiano, due nomi tra tutti: Luca Carboni e Samuele Bersani oltre ad aver promosso l’album Varietà del 1989 di Gianni Morandi. Questo grande ambiente era ufficio, sala riunioni, sala da pranzo e ufficio amministrativo, testimoniando ancora l’assoluta integrazione tra privato e lavoro. Lucio considerava i collaboratori come la propria famiglia con la quale amava condividere passioni e quotidianità.
Numerose le opere esposte, sia dipinti che sculture, tra le quali ritratti di Dalla realizzati da amici artisti. Particolarissimo quello di Carlo Pasini, allievo di Mondino, interamente realizzato con puntine da disegno.
Dalla sceglieva le opere e gli oggetti in totale autonomia, non si faceva consigliare, ma seguiva il proprio gusto personale senza dare troppa importanza al valore economico e di mercato. Molto importanti erano per lui le amicizie, i legami e le opere presenti in questa casa testimoniano le tante frequentazioni con artisti, più o meno famosi, a volte incoraggiati e aiutati proprio da Dalla.
Sono ora esposte sul grande tavolo di cristallo alcuni premi ricevuti da Lucio Dalla tra i quali un microfono donatogli dalla RCA.
“Stanza delle Colonne”
Uno dei tanti salotti della casa che rappresenta al meglio lo splendore dei Palazzi bolognesi: gli alti soffitti sono affrescati da artisti della scuola di Antonio Basoli, esponente del neoclassicismo bolognese, a terra i pavimenti in legno di inizio ‘800, ornano poi il salone le alte colonne lavorate a marmo.
In questa stanza il comune denominatore è il “luogo”: tutte le opere rimandano a Napoli, al sud Italia, alla Sicilia, a Capri e testimoniano l’interesse di Dalla per questi luoghi e questa cultura che ha profondamente amato sin dall’adolescenza, dalle prime vacanze al Sud trascorse con la madre poi appuntamento fisso delle sue estati.
L’artista ricordò quel periodo in una intervista all’Europeo:
“E’ stato durante queste vacanze da emigrante alla rovescia, che è avvenuta in me la spaccatura tra due diversi modi di vivere. Così oggi mi ritrovo con due anime; quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso di sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica). E’ nel sud che sono diventato religioso, di una religiosità forsennata, irrazionale, pagana.”
Lo “Studio di Lucio”
Si tratta di una piccola stanza, ufficio e studio personale dell’artista che amava sedersi sulla poltrona vicino alla finestra e qui riceveva i suoi collaboratori o gli ospiti per riunioni “ristrette”. Moltissimi gli oggetti a lui cari come un frammento del muro di Berlino davanti al quale l’artista compose il famoso brano che ha come protagonisti due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest, che progettano di avere una figlia che si chiamerà “Futura”. Molti i libri, di cui uno autografato da Dan Brown, grandissimo fan di Lucio, e opere alle pareti. Tra queste un disegno di Milo Manara, regalo dell’artista a Lucio, che diventerà la copertina di “12000 Lune”: Dalla è rappresentato come un marinaio al timone, alle sue spalle San Petronio sotto una notte stellata.